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I farmaci del dentista

Quali, come, quando e perché il dentista indaga sui farmaci del paziente

Sapere per quale motivo un farmaco viene prescritto dal medico è sempre molto importante: per questo, prima della nostra visita, chiediamo ai nostri pazienti se e quali farmaci stanno assumendo. Questo ci serve per capire se le terapie che prescriveremo potranno avere eventuali interazioni con quelle già in corso, in modo da cambiarle, se necessario.

FARMACI PRESCRITTI DAL DENTISTA
Si tratta di farmaci utilizzati in presenza del “mal di denti”, ad esempio pulpite oppure ascesso dentale.

Antiinfiammatori non steroidei
Parliamo dei farmaci di riferimento contro il dolore, come il mal di testa, e di antiinfiammatori (ad es.: Oki, Aulin, Tachipirina) che servono a ridurre il dolore e, eventualmente, anche la febbre.
In odontoiatria, gli antinfiammatori non steroidei contengono il dolore per agevolare la guarigione e vengono prescritti in caso di infiammazione della polpa del dente (quindi per denti non devitalizzati), in cui non siano necessari antibiotici, perché non c’è un’infezione in atto.
Dopo la devitalizzazione del dente, l’antiinfiammatorio viene preso al bisogno, sempre a stomaco pieno, perché il farmaco aumenta l’acidità.

Antibiotici
Sono farmaci che, bloccando la replicazione dei batteri, ne abbassano la carica in caso di infezione in atto.
In odontoiatria, vengono usati per ascessi dentali che si verificano, nella maggior parte dei casi, su un dente devitalizzato (MORTO), presentandosi talvolta con gonfiore nei tessuti molli.
A causa del problema dell’antibiotico-resistenza, che i batteri hanno sviluppato nel corso degli anni, verifichiamo sempre la possibilità di agire senza la loro somministrazione.
Inoltre, disturbando la flora intestinale e cambiando il microbioma residente, la loro prescrizione deve essere soppesata con cura, perché interferendo con l’attività intestinale si potrebbero verificare effetti collaterali, quali la diarrea. Per questo, l’assunzione degli antibiotici va seguita da quella dei fermenti lattici, da iniziare a fine terapia per non impedire la funzione di reintegro del microbioma.

Altri
In seguito a interventi chirurgici importanti può essere prevista la somministrazione di antiinfiammatori steroidei che rendono molto più sopportabile il processo di guarigione.
Possiamo, inoltre, ricorrere a farmaci ansiolitici (somministrati prima della seduta) nel caso di pazienti con difficoltà ad affrontare la seduta dal dentista.

FARMACI DA COMUNICARE ASSOLUTAMENTE AL DENTISTA PRIMA DELLA VISITA
In uno studio dell’AIFA del 2013, su 12 milioni di italiani sopra i 65 anni, veniva rilevato che il 50% circa prende da 5 a 9 farmaci. Alcuni sono frequenti e ci interessano.

Terapia farmacologica anticoagulante
Sono quei farmaci che rendono il sangue più fluido (ad esempio, aspirina, warfarin o altri), normalmente somministrati a chi ha problemi cardiaci.
Alcuni possono agire sul meccanismo di coagulazione del sangue (Pradaxa, Eliquix, Xarelto, Lixiana e altri), altri sull’aggregazione piastrinica (Plavix ,Pletal e altri):
per noi è importante sapere se il paziente li assume, in caso di estrazioni dentali o chirurgia, per evitare il rischio di emorragia. Anche perché la scarsa stabilità del coagulo complicherebbe il processo di guarigione soprattutto in caso di implantologia.

Terapia per osteoporosi
Negli ultimi anni vengono usati i bifosfonati e/o denosumab (Xgeva o Prolia) per aumentare il grado di mineralizzazione dell’osso, in caso di osteoporosi grave.
Per il dentista è IMPORTANTISSIMO sapere se il paziente li assume, perché rendono talmente complicata la guarigione dopo l’estrazione dentale da farci desistere dall’intervenire. Al contrario, non ci sono problemi se la terapia avviene con vitamina D (per es. Dibase)

Gastroprotettori
Somministrati per proteggere lo stomaco in caso di gastrite o ulcere (Mepral, Lansox, Omeprazolo, ecc…), alterano l’assorbimento di calcio e vitamina D con una possibile interferenza con i processi di guarigione post-estrattiva.

Psicofarmaci
Vari studi dimostrano che la percentuale di successo degli impianti dentali diminuisce se il paziente assume psicofarmaci (che comprendono ansiolitici di uso comune come Prozac, Zoloft, Daparox, Seropram e altri).