igiene della lingua

Digrignare e serrare i denti

Stringi i denti! Parliamo di parafunzioni

Digrignare e serrare i denti. In odontoiatria, le parafunzioni sono tutte quelle attività del sistema oro-buccale (odontostomatologico) che non possiedono alcuno scopo funzionale apparente. Si tratta, cioè, di azioni vere e proprie, quali il mordersi le labbra, l’onicofagia, l’interposizione statica della lingua fra le arcate o il mordere oggetti, come una penna; tra loro, però, le più rilevanti sono il digrignamento/bruxismo e il clenching, cioè il serrare i denti.

Digrignamento

Il digrignamento è caratterizzato da movimenti mandibolari ripetuti con contatto tra i denti e chi dorme con un bruxista sa bene come questa azione produca un rumore piuttosto fastidioso. La causa principale è l’ipereccitabilità del sistema nervoso, soprattutto in momenti di particolare stress. Un’altra causa può essere attribuita alla posizione di un dente, che il bruxista considera un po’ come “una spina nel fianco” e che tenta di “sistemare” con il digrignamento. Di solito, questa causa è tipica del bruxismo infantile, nel momento in cui si cambiano i denti: in questo caso, finita la caduta dei denti da latte, il problema tende a scomparire.
Il sintomo più evidente del bruxismo, soprattutto nella fase iniziale, è il rumore notturno prodotto dal contatto tra i denti. A questo, seguono delle faccette abrasive sulla superficie masticante dei molari, che possono riguardare anche gli incisivi, nel caso in cui il disturbo continui in età adulta. Talvolta, la situazione può essere peggiorata da dolorose contratture muscolari e incapacità di aprire la bocca. Nei soggetti anziani, le abrasioni della corona dentale possono arrivare addirittura a esporre il nervo.
La terapia è più sintomatica che risolutiva, perché molto dipende dallo stress del paziente, anche se con un bite notturno è possibile almeno proteggere i denti dall’abrasione.
Non sempre è facile capire quando intervenire: finora abbiamo seguito un processo abrasivo, fotografando ogni anno la situazione (anche se dalle fotografie è difficile percepire il cambiamento). Grazie, però, alle impronte digitali, prese nel tempo, è possibile controllare con accuratezza quanto tessuto va perso.

digrignare e serrare i denti

Il video illustra come le moderne tecnologie digitali permettano di monitorare nel tempo la perdita di tessuto dentale conseguente al digrignamento.

Serrare i denti

In questa situazione, il paziente tende a tenere i denti molto stretti senza movimento mandibolare o con un movimento minimo.
La causa principale è la stessa del bruxismo, cioè lo stress. La causa secondaria può essere un’occlusione instabile (con pochi contatti dell’interarcata), incerta (con più di una posizione di chiusura) o scomoda (in quel caso, la lingua si interpone alle arcate).
I sintomi sono meno evidenti di quelli del bruxismo. Tuttavia, a livello dentale, la stretta può essere talmente decisa da fratturare la radice del dente o accelerare il processo di malattia parodontale come la piorrea. Nei soggetti giovani, è possibile riscontrare abrasioni al colletto, recessioni gengivali e problemi a rispondere alle terapie odontoiatriche.
Dal punto di vista stomatognatico, si possono verificare problemi a livello dell’articolazione della mandibola, che si presentano dapprima sotto forma di “rumori”, che possono, in seguito, contemplare anche il dolore fisico. Di solito, a questa situazione, si associano problemi cervicali.
Come nel bruxismo, la terapia è sintomatica: l’utilizzo di un bite notturno aiuta ad alleviare la pressione sui denti e sull’articolazione, offrendo al paziente un’occlusione più stabile, sicura e comoda.

Per andare alla radice si può consigliare il paziente di intraprendere “attività” che stimolino il sistema parasimpatico, diciamo quello della calma: varie forme di rilassamento, yoga, meditazione, massaggi, in modo da diminuire l’iperattività centrale collegata allo stress .